Sembra incredibile, o quantomeno difficile da credere, eppure ancora oggi, alle soglie dell’anno del signore 2020, esistono aziende in Italia che reputano non strategico il web, ed in particolare il web marketing, all’interno delle proprie politiche economiche, di comunicazione e promozione di prodotti e servizi.

A rivelarlo, in questi giorni, la pubblicazione di un testo di approfondimento scritto a tre mani da Paola Sabella, Direttrice dell’Agenzia Sviluppo Chieti-Pescara e Segretaria generale della CCIAA di Crotone, Walter D’Amario, docente dell’Università «D’Annunzio» Chieti-Pescara e Giovanni Marcantonio, Project Manager Enterprise Europa Network, dal titolo: “Il web marketing per l’internazionalizzazione”.

Del resto i dati che arrivano puntuali dall’ indice della Commissione europea che mappa il livello di digitalizzazione dei Paesi dell’Unione europea, DESI (Digital Economy and Society Index), rivelano che l’Italia è al 25° posto (su 28) per il livello di digitalizzazione tra tutti i Paesi dell’Unione europea.

Questo dato sul gap nel web marketing è a dir poco allarmante e rischia di mettere in pericolo interi settori dell’economia.

Senza dilungarci su quanto sia sciocco opporsi o rinunciare al progresso tecnologico, puntiamo l’indice contro una simile reticenza, frutto, anche questo è da dire, anche di diffidenza verso un settore poco o per nulla regolamentato, nel quale imperversa molta improvvisazione e tanti, troppi sedicenti professionisti senza alcuna formazione e professionalità.
Ma rinunciare ad investire in questo settore per evitare di imbattersi in qualche cattiva avventura e un po’ come evitare di mettersi in viaggio per timore di avere un incidente. Non è possibile!

Da questo punto di vista esistono, ad esempio, le associazioni di categoria che possono fornire alle aziende una prima consulenza indirizzandole sulla retta via.
Ma rinunciare ad un sito web, piuttosto che ad un e-commerce, alla presenza nei social media, sulle mappe di Google piuttosto che ad essere presenti nei risultati di ricerca del motore, o ad avere un’app è, al giorno d’oggi, un autentico suicidio economico.

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